[Di Mina Jane]
New York City. Un nome che evoca un universo di immagini, suoni, sensazioni. È la città dei sogni sfrenati e delle possibilità infinite, delle luci che non si spengono mai e di un'energia che elettrizza l'aria. Ma New York è anche un luogo di ombre profonde, di contrasti stridenti, un'arena dove l'opulenza sfiora la miseria e la solitudine può essere assordante nel cuore della folla. È una città che ha conosciuto la polvere della tragedia ma ha saputo risorgere, un incredibile mosaico di culture e comunità che si incontrano, si scontrano e si fondono. Le fotografie di
Massimo Righetti, conosciuto come
MasRigImage, catturate con l'immediatezza di uno smartphone e condivise sul suo blog (
https://masrigimage.blogspot.com/), ci portano dentro questa realtà complessa, svelandone la bellezza spesso dura, quasi "livida", e le profonde contraddizioni.
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"Chase" - Pics by MasRigImage
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Osserviamo attentamente questo scatto. È un'immagine potente, essenziale, resa ancora più cruda dal bianco e nero. Il riflesso del gigante urbano – grattacieli imponenti, il viavai forse indifferente della strada – si specchia sulla vetrina impeccabile di un simbolo del potere economico, "CHASE". Eppure, in primo piano, quasi incastonato tra il mondo riflesso e la fredda architettura, c'è un essere umano rannicchiato, una figura vulnerabile che cerca riparo o forse solo un attimo di oblio sul davanzale della metropoli. È l'emblema più diretto della New York dalle mille facce: l'abbondanza che convive con la precarietà, la velocità che ignora la stasi, la grandiosità che incombe sulla fragilità. Una bellezza difficile, "livida", che lo sguardo di Massimo Righetti cattura senza filtri.
Questa fotografia apre una finestra su un universo di contrasti intrinseci. Come scrisse F. Scott Fitzgerald, New York può avere "tutta l'iridescenza dell'inizio del mondo", un faro scintillante di ambizione e speranza. Ma è anche la città descritta da Tom Wolfe, dove "appartieni subito, ci appartieni tanto in cinque minuti quanto in cinque anni", immediatamente assorbito nel suo flusso potente, a volte generoso, a volte spietato. Questa dualità è l'essenza stessa di NYC. È una città che porta su di sé le cicatrici di tragedie immani, come la ferita incancellabile lasciata dall'attacco alle Torri Gemelle. Eppure, proprio da quella polvere, New York ha mostrato al mondo una resilienza straordinaria, una capacità quasi fisica di assorbire il colpo, piangere i suoi morti, e poi rimettersi faticosamente in piedi, con uno spirito indomito che ancora oggi si percepisce camminando tra la sua gente. È la capacità di non dimenticare, ma di continuare a costruire.

E a costruire questa città, giorno dopo giorno, è un'umanità incredibilmente varia. New York è, forse più di ogni altro luogo, quel "melting pot" celebrato e discusso. Come la definì acutamente Alistair Cooke, è "la più grande collezione di villaggi del mondo". Da Little Italy a Chinatown, da Harlem alle comunità di Brooklyn e del Queens, ogni quartiere pulsa di identità proprie, di lingue, sapori e tradizioni diverse. Queste comunità convivono, si intrecciano, a volte si guardano con il sospetto che nasce dalla differenza o dalla storia, ma è proprio da questo incontro – e talvolta scontro – continuo che si genera l'energia unica della città. L'integrazione è un processo complesso, mai concluso, ma è questo mosaico umano, vibrante e in perenne mutamento, a costituire la vera, ineguagliabile ricchezza di New York.
In questo contesto, l'uso dello smartphone da parte di Massimo Righetti non è solo una scelta tecnica, ma diventa quasi uno strumento di indagine sociale. Gli permette di cogliere questi attimi fuggenti – la contraddizione estrema tra ricchezza e povertà, la solitudine urbana, i dettagli di vite ai margini, le interazioni tra diverse umanità – con una prossimità e un'onestà disarmanti. È la realtà catturata nell'istante, l'essenza non filtrata della vita urbana, senza la mediazione di attrezzature ingombranti, restituendo una visione diretta e potente.
New York, vista attraverso l'obiettivo nomade di MasRigImage, si rivela così in tutta la sua complessa verità. È bellezza e durezza, sogno e disillusione, caduta e rinascita, isolamento e moltitudine. Le sue fotografie, che potete esplorare sul suo blog
https://masrigimage.blogspot.com/, sono più che semplici immagini: sono frammenti di storie, inviti a guardare oltre la superficie luccicante o le ombre più cupe, per riconoscere il fascino profondo e la bellezza livida di una città che non smette mai di sfidare, respingere e sedurre.
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Self Portrait - pic by MasRigImage
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